Pieve di S. Martino Vigo di Cadore |
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Chiesa di Santa Margherita
La chiesa più antica della vallata
(1205?) è quella
dedicata a Santa Margherita,
sorta nello splendido pianoro di Salagona,
proprio all’interno del comune di Vigo. Essa ricalca l’impostazione delle
chiese primitive della zona che, a livello architettonico erano delle stanze
comuni a pianta quadrilatera di modeste dimensioni, orientate sull’asse
est-ovest, che davano notevole importanza al simbolo del sole nascente in
relazione a “Cristo come nuova luce per il mondo”. All’interno
il ciclo della chiesa di Santa Margherita, come ben descrive Giorgio Fossaluzza
è una delle “[…] tappe, tra le ultime di un lungo percorso della pittura
veneziana bizantineggiante visto in moltissime varianti nella Terraferma”[1]. Importante
è anche la testimonianza offerta da F. Velluti, che, ricercando le costruzioni
architettoniche legate al dominio caminese, parla della chiesa di Santa
Margherita come di “ una piccola chiesetta che serra al suo interno un ciclo
pittorico di straordinaria completezza raffigurante, in un registro a scomparti,
episodi cristologici e teorie di santi. Lo stile è ancora arcaizzante e
malgrado la probabile datazione ai primi anni del XIV secolo, presenta ancora
caratteri di tipo duecentesco. La chiesa è definita per tradizione caminese”.[2]
A confermare l’appartenenza della chiesa alla tradizione dell’area trevisana
per il Velluti “[…] contribuiscono i velari della zona basamentale nei quali
ricorrono motivi scalari a regalizier
o a squame lobate che sono frequenti nella decorazioni murali duecentesche
delle case di Treviso”[3].
A
livello iconografico sono da evidenziare le scene della Natività di Cristo [4], della Missio
Apostolorum e della Deesis,
(Cristo Giudice in trono) che mostrano ancora un attaccamento alla cultura bizantina. A
livello stilistico, invece, è certa l’attribuzione del ciclo a due diversi
artisti: il
maestro principale, vale a dire colui che ha affrescato la Deesis e la Vergine tra i
Santi, è caratterizzato da un deciso delineamento dei contorni qualificati
da una grossa linea scura. Le figure sono maestose e ieratiche mentre i lievi
gesti sono incisivi, ma rigidi. La caratteristica più interessante dell’artista
è nella sua capacità di articolare i vari panneggi in robuste linee curve che
arricchiscono di maestosità i corpi. I restanti riquadri sono attribuibili ad un altro
frescante che non usa marcature violente ma piuttosto toni uniformi, delicati e
piuttosto sfumati di giallo ocra e verde pallido. La cadenza è frontale, ma è
allentata da leggeri movimenti e gesti che rompono la ieraticità tipica
dell’arte bizantina. Questo
artista ha un’ indubbia capacità di disporre le figure nello spazio, visibile
soprattutto nel riquadro della Missione
degli Apostoli dove i corpi piegati ed espressivi creano un effetto di
profondità sorprendente. La chiesa quindi rappresenta una delle ultime
testimonianze di un’arte antica, databile a cavallo tra i secoli XIII e XIV,
presente in un territorio lontano dai centri più importanti. Vita di S. Margherita d'Antiochia [1] G. Fossaluzza, Gli affreschi nelle chiese della Marca trevigiana dal Duecento al Quattrocento, vol. 1.I, Treviso 2003, p. 143. [2] F. Velluti, Il dominio dei Caminesi tra Piave e Livenza, Vittorio Veneto 1988, p. 124. [3] Ibidem. [4] G. Passarelli, “Ciclo pittorico di santa Margherita”, in Tesori d’arte dell’alto bellunese, Vigo di Cadore a cura di R. Bernini, p. 71. |
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